Tag Archives: Aldo Randazzo

Come integrare i migranti – II parte

26 Giu

Risultati immagini per integrare i migranti

di Aldo Randazzo – Migranti e sviluppo n. 19 – giugno 2018

La prima delle questioni è quella del lavoro. Gran parte degli immigrati arrivati in questi ultimi anni vive oggi ai margini della società con lavori mal retribuiti e di grave sfruttamento (raccolta delle arance e dei pomodori, mance derivanti da piccoli lavoretti, piccoli commerci, ecc.). La condizione di “clandestinità” li condanna a questa sorte senza via d’uscita. Per dare pari opportunità è necessario in questo caso, oltre alla concessione dei permessi di soggiorno, costruire e far funzionare la rete dei centri per l’impiego alla pari di altri paesi europei. Ciò offrirebbe la possibilità di: Continua a leggere

Come integrare i migranti – Prima parte

29 Mag

Risultati immagini per integrare i migrantiMigranti e Sviluppo maggio 2018

Lavoro e accoglienza – 18 di Aldo Randazzo

Cause delle migrazioni

Uno degli scopi del convegno dovrebbe essere quello di approfondire le ragioni che alimentano le migrazioni. Questo è importante per governarle (o tentare di farlo). Prevalentemente ci troviamo di fronte a fenomeni endogeni quali le guerre, le carestie, le estreme povertà, ecc. Non è escluso possano esservi motivi connessi alle facili comunicazioni odierne che, consentendo la conoscenza di stili di vita diversi, alimentano la speranza o l’illusione di una vita migliore. O, ancora, il richiamo di parenti precedentemente emigrati che hanno raggiunto migliori condizioni di esistenza. Continua a leggere

Sul lavoro degli immigrati

23 Apr

Risultati immagini per lavoro degli immigrati

di Aldo Randazzo
Migranti e Sviluppo – Lavoro e Accoglienza n. 17 (aprile 2018)
L’inserimento lavorativo è il primo passaggio del processo d’integrazione degli immigrati. Su tale questione non credo possano esservi opinioni contrarie. Il problema è sul come vi si arriva e ciò che è bene fare prima, dal momento dell’accoglienza. Continua a leggere

Un nuovo blocco sociale contro le disuguaglianze

17 Ott

l’articolo 17-10-2016 di Aldo Randazzo

1444072748-0-ragusa-terza-in-italia-per-disuguaglianze-socialiContinuando la riflessione iniziata qui il 18/07/2016, ricordiamo che l’articolo di Bellanca che commentavamo cerca di identificare, nella complessa società contemporanea, un “blocco sociale” attraverso il quale sviluppare una proposta di riforma.[1] Continua a leggere

Bellanca, per un nuovo blocco sociale

18 Lug

l’articolo  18-7-2016 di Aldo Randazzo

Nicolò Bellanca

Nicolò Bellanca

L’interrogativo che vogliamo porci, insieme a Nicolò Bellanca,[1] è se sia oggi possibile costruire un blocco sociale per avviare un’efficace politica di sinistra. Bellanca muove da tre angoli d’osservazione:

  1. Negli USA, la composizione della forza-lavoro negli anni si è profondamente modificata. Robert B. Reich evidenzia una riduzione della manodopera, tra il ’91 e il 2015, del 5% nelle aziende manifatturiere e, in generale, negli uffici amministrativi. Nello stesso periodo, c’è stato un incremento del 20% nei servizi alla persona (commercio, ristorazione, domestici, agenti immobiliari, ecc.). Sorprendente è ciò che accade nel settore che Reich definisce “servizi simbolico-analitici” (ingegneri, docenti universitari, ricercatori, avvocati, banchieri d’affari, consulenti aziendali, analisti di sistema, marketing, moda, architettura, cinema, spettacolo, ecc.). In questo settore si registra una divaricazione tra chi, per l’alta qualificazione raggiunta, opera in settori dinamici ad alto valore aggiunto, con alti redditi e vita intensa ma gratificante, con alti confort e chi resta ai margini in attività precarie, frustranti e poco redditizie.

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Ricordo di Luciano Gallino

7 Dic

l’articolo 7-12-2015 di Aldo Randazzo

Gallino-420x288Ciò che ricordiamo di Luciano Gallino è principalmente il suo rigore intellettuale e scientifico. Le sue analisi sociali ed economiche sempre supportate da dati che non lasciavano spazio a conside-razioni ideologiche. Elegante nei modi ma anticonformista nel pensiero: era scomodo a tanti. Continua a leggere

Resoconto incontro dell’associazione “Human first” (Lecce, 12 sett. 2015)

17 Set

Ci siamo riuniti in 16 (Elisa Amatista, Paola Cantobelli, Enzo Fischetti, Gianfranco Gatti, Maria Libero, Giancarlo Martelli, Gigi Pedone, Cosimo Perrotta, Aldo Randazzo, Piero Rizzo, Sandra Rotino, Sergio Salvatore, Giuseppe Spedicato, Claudia Sunna, Cristina Sunna, Franco Tommasi), ma c’erano molti assenti giustificati.

Si è osservato che oltre la metà dei ca. 70 iscritti di oggi sono esterni alle province di Lecce e Brindisi, e quindi bisogna attrezzarsi per l’uso di internet come normale strumento di comunicazione.

Si è stabilito che gli scopi dell’associazione sono:

  • promuovere la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti;
  • difendere i diritti umani, che sono universali, e il diritto dei migranti al lavoro e ad una vita dignitosa, senza violenza e oppressione;
  • agevolare la comunicazione tra le ONG e altre associazioni che lavorano per i migranti;
  • diffondere le informazioni utili all’accoglienza e all’

L’associazione deve ribadire che l’integrazione dei migranti può diventare un potente fattore di sviluppo; e che l’afflusso di giovani forze esterne non possono che giovare al nostro progresso civile ed economico.

L’associazione agirà soprattutto attraverso:

  • articoli e riflessioni, in particolare su Sviluppo Felice o sul nostro sito;
  • la ricerca sui problemi dell’accoglienza e dell’integrazione, anche utilizzando i fondi UE;
  • la promozione o il sostegno di campagne di firme su problemi immediati.

Sul nome dell’associazione si decide di consultare gli assenti [la successiva consultazione ha indicato, a maggioranza il nome di Human first(“Innanzitutto essere umano”)].

Si è deciso di affidare i seguenti compiti.

  • Fischetti e Spedicato: l’informazione e la collaborazione con le ONG;
  • Amatista, Gatti e Cristina Sunna: l’informazione e l’organizzazione sui progetti di ricerca finanziati dalla UE;
  • Sunna e Paolo Wieczorek: la documentazione sulle possibilità di lavoro degli immigrati. In particolare Cr. Sunna diffonderà una normativa della Regione Puglia in merito. Altri documenti, mandati da Wieczorek, su esperienze nel Nord, verranno pubblicati sul sito dell’associazione.
  • Franco Tommasi: la creazione del sito e l’attuazione tecnica degli appelli da firmare (utilizzando accanto alle e-mail, anche nuovi social networks: i soci sono invitati a mandare al prof. Tommasi, dell’Università del Salento, il loro numero di smartphone (tommasi@clio.it).
  • Sergio Salvatore: i rapporti con la ricerca che si svolge nelle Università su questi temi.

Si è anche deciso che saremo una libera associazione, senza obblighi giuridici e senza attività finanziarie. Aiuteremo la creazione di un’associazione di promozione sociale, iscritta nella lista ufficiale di una Regione, per attività finanziate dalla UE e da altri enti pubblici che siano previste dai nostri scopi.

Infine si è deciso che il Direttivo provvisorio e il Comitato dei garanti verranno eletti per via informatica. Ogni socio potrà indicare due nomi per ciascun organismo. I soci sono invitati a mandare una auto-presentazione di 3 righe per facilitare la scelta.

Canfora e Zagrebelsky: “La maschera democratica dell’oligarchia” – 2° parte

22 Gen

L’articolo 19/1/2015 di Aldo Randazzo

canfora.zagrebL’oligarchia che domina in Europa (e in Italia)

Parallelamente alla riduzione di spazi della politica abbiamo assistito ad una perdita di sovranità degli Stati, segnatamente in Europa. Precludendo agli Stati europei la possibilità di proprie politiche monetarie e in assenza di istituzioni sovranazionali realmente democratiche, s’è dato spazio ai “centri di potere finanziari dislocati fuori, oltre gli Stati, che degli Stati fanno a meno” (Zagrebelsky) e che ne condizionano le politiche economiche. Al tempo stesso la politica, che era luogo per la scelta dei fini, è divenuta attività esecutiva di decisioni assunte fuori dalle istituzioni rappresentative. Si rende, così, “incomodo” il voto popolare e la democrazia stessa diviene un intralcio. Continua a leggere

Canfora e Zagrebelsky: “La maschera democratica dell’oligarchia” – 1° parte

12 Gen

di Aldo Randazzo

La maschera democratica dell'oligarchia - copertina

La maschera democratica dell’oligarchia – copertina

Perché le attuali democrazie sono in realtà oligarchie camuffate

Definire la struttura del potere negli Stati moderni è alquanto complesso. Formalmente le nostre sono democrazie con rappresentanze elettive e leggi costituzionali che regolano la convivenza civile. Storicamente tuttavia la vita democratica ha avuto modi diversi di esplicitarsi. Continua a leggere