documento dell’Alleanza per la Sovranità Alimentare in Africa (promossa da Timothy A. Wise), 29-8-2023 (traduz. nostra)
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Ancora una volta le organizzazioni dei coltivatori africani fanno appello ai leader del continente e ai donatori che li sostengono perché mettano da parte i badili della Rivoluzione Verde (promossa da AGRA: Alliance for Green Revolution in Africa), escano dall’oscurità, controllino il danno che il loro fallimentare modello di sviluppo ha prodotto e si dirigano verso un’agricoltura ecologica più basata sulle piccole aziende.
L’Alleanza per la sovranità alimentare in Africa ha concluso il suo incontro annuale sui diritto alle sementi denunziando l’Alleanza per la Rivoluzione Verde e i suoi associati per le continue pressioni dirette a influenzare la politica dei governi africani sulle sementi e la regolazione biologica allo scopo di aumentare l’appropriazione e il controllo delle sementi nel continente. I partecipanti hanno previsto una conferenza stampa virtuale per il 30 agosto per chiedere: “Nessuna decisione su di noi senza di noi!”.
Nel chiedere un riassetto strategico, essi non ignorano la complessità delle cause della fame nel continente – cambiamento climatico, conflitto e corruzione accentuati dai disastri della pandemia, costi crescenti dei fertilizzanti e importazione di cibo da Russia e Ucraina. Essi constatano che la strategia per lo sviluppo rurale basata sulla Rivoluzione Verde guidata dalle grandi imprese e basata sulla tecnologia si è dimostrata inadatta per aiutare i piccoli coltivatori a misurarsi con queste sfide.
Nel 2006 AGRA offrì una strategia coerente e obbiettivi molto ambiziosi. Essa affermava che la sua promozione aggressiva delle sementi commerciali e dei fertilizzanti sintetici avrebbe creato un circolo virtuoso di sviluppo agricolo. Alzando i rendimenti si sarebbe sfamata la gente e stimolato ulteriori investimenti in tecnologie agricole per accrescere la produttività. L’auto-proclamata “teoria del cambiamento” di AGRA avrebbe raddoppiato il prodotto e i redditi per 30 milioni di famiglie di piccoli agricoltori entro il 2020 e dimezzato la fame.
Dopo 17 anni, e più di un miliardo di dollari spesi, l’evidenza mostra che la teoria del cambiamento di AGRA era sbagliata ad ogni passo. Quesi semi e quei fertilizzanti non hanno causato nessuna rivoluzione nella produttività. I rendimenti sono cresciuti solo del 18% in 14 anni, appena un po’ di più di quanto fosse prima della Rivoluzione Verde.
Il rendimento del mais è aumentato solo del 29% nonostante i sussidi governativi di miliardi di dollari per far sì che i coltivatori comprassero – e le imprese vendessero – le sementi. Nel frattempo le colture tradizionali più nutrienti e più resistenti al cambiamento climatico, come il miglio e il sorgo, hanno visto ristagnare o calare i loro rendimenti mentre i coltivatori piantavano il mais che era più sussidiato.
Con miglioramenti così limitati nel rendimento, i coltivatori non hanno ottenuto dalla vendita più cibo o redditi più alti. Hanno visto solo che i costi crescenti delle sementi e dei fertilizzanti che non davano i rendimenti previsti. Quando i sussidi vennero tagliati perché i bilanci dei governi erano ormai spremuti, i coltivatori smisero di comprare sementi e fertilizzanti e tornarono alle loro vecchie sementi, se erano riusciti a salvarle. Molti si trovarono in debito dopo che le sementi e i fertilizzanti acquistati non avevano ripagato il loro investimento.
Molti trovarono che la loro terra era diventata meno fertile. I nutrienti erano stati drenati dalla monocoltura del mais. I fertilizzanti nutrivano il mais non il suolo; quest’ultimo continuava a perdere fertilità, e mancava dei materiali organici forniti da metodi più ecologici come le colture incrociate e l’uso del letame.
Quindi nessuno si sorprenderà che la fame sia aumentata. I coltivatori non coltivavano molto più cibo di prima. E quello che coltivavano – per lo più amidacei come mais e riso – erano meno nutrienti dell’insieme di piante che coltivavano prima. E avevano meno denaro di prima per comprare cibo, sia pure meno nutriente. Molti era a corto di soldi perché avevano cercato di pagare i debiti contratti per gli investimenti falliti in cibo commerciale e fertilizzanti. I donatori internazionali non hanno ascoltato gli appelli dei coltivatori africani a cambiare strategia. Ma AGRA ha mostrato un nuovo logo, una cosmesi, invece del rifacimento di cui l’Africa ha bisogno.
Al Forum della Rivoluzione Verde dell’anno scorso, i partecipanti hanno visto una serie di video che annunziavano che veniva rimossa l’espressione “rivoluzione verde”. Quest’anno l’incontro si è chiamato African Food System Summit. La stessa AGRA ha tolto dal suo nome “green revolution”, anche se continuerà a chiamarsi AGRA.
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