di Anna Pellanda
La diversità tra uomo e animale, dapprima rintracciata nelle religioni orientali e nei tre monoteismi, viene ora studiata nella realtà del suo sfruttamento economico con l’aiuto dell’Analisi Costi/Benefici (d’ora in poi ACB). Nell’agire economico, a differenza , che nella sfera religiosa, scompare il rapporto tra Dio, uomo e animali e vale solo il più terragno antropocentrismo. L’uomo avoca la centralità dell’universo e il diverso-animale viene assoggettato alla finalità di rendimento negli affari, nello sport, nei circhi, nella ricerca scientifica. Si deve allora cercare se questo multidirezionale sopruso antropocentrico sia riconducibile a una spiegazione comune. Questa è individuata nell’ACB che risale all’opera di Jule Dupuit, De la Mesure de l’Utilité des Travaux Publics del 1844. Oggi essa, per quanto riguarda i progetti privati, si avvale dei prezzi ombra per omogeneizzare costi e benefici, del saggio di interesse di mercato per collegare i tempi diversi di esborsi e realizzi e dei criteri più comuni del Valore Attuale Netto (VAN) oppure del Rapporto B/C (RBC). Gli allevamenti intensivi di bovini, maiali, ovini e pollame sono una conferma reale di questa analisi, tutta impostata sulla riduzione dei costi rispetto ai benefici. Inoltre essi si avvalgono delle economie di scala; ciò significa che maggiore è il numero degli animali allevati e minore è sia il costo del loro acquisto (nazionale o internazionale) nel primo ciclo produttivo sia il costo del loro successivo nutrimento, ridotto per le grandi quantità di foraggi e mangimi acquistate (economie di scala pecuniarie). Si possono realizzare anche economie di scala reali se, per esempio, si meccanizza al massimo la raccolta del latte e delle uova con dispositivi tecnici appositi. Ma anche economie di scala esterne sono possibili se si trasportano e macellano gli animali in mattatoi il più vicino possibile agli allevamenti. Continua a leggere →
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