di Muddassar Ahmed (Social Europe 1° marzo 2024) – IL DOCUMENTO, 22-4-2024
La demolizione di Gaza da parte di Israele perseguiterà la coscienza dell’Europa per generazioni e mette in forse le pretese del mondo democratico.
Nonostante le crescenti pressioni del pubblico e dei politici, Israele ha stabilito che la scadenza per il suo attacco a Rafah sarà alla fine del mese sacro del Ramadan. Ma invadere la città che ospita attualmente più di un milione di persone non sarebbe solo un’apocalisse per i palestinesi, ma perseguiterebbe la coscienza europea per le future generazioni.
Israele, massacrando i palestinesi di Gaza, sta rompendole regole di guerra consolidate, e questo svela la sua storia e rinnova i ricordi di persecuzione dei palestinesi.
Distruzione senza freni
Negli ultimi mesi oltre 650mila case sono state distrutte e circa 1 milione e 800mila persone obbligate a spostarsi. l’Unesco ha dovuto diffondere immagini satellitari della distruzioni di siti storici ed ha espresso profonda preoccupazione. Ma una cosa è chiara: la cultura e la vita dei palestinesi non saranno più le stesse. Il 19 ottobre scorso è stata distrutta la più antica chiesa di Gaza, S. Porfirio, che era un vero mosaico della sua storia antica. Aveva pietre e targhe con impresse iscrizioni in greco antico (compresa la parola Gaza). Anche la Grande Moschea Omari, che era prima un tempio pagano, è stata distrutta, con il solo minareto che emerge come un dito mozzato.
Quando Alessandro Magno assediò Gaza nel 332 a.C. stava tentando di conquistare una città culturalmente ricca che collegava l’Assiria con l’Egitto lungo la Via della Seta. Oggi le sue biblioteche sono state bruciate e oltre 200 siti religiosi e culturali unici sono in macerie a causa della riduzione in polvere di Gaza da parte di Israele.
Quando lo Stato Islamico mosse la sua guerra alla storia, all’identità e all’eredità materiale, il mondo espresso unanime sdegno. Oggi l’Europa e gli USA sono stranamente in silenzio su Israele, ignorano l’infinito incubo dei palestinesi e lo spianamento della loro storia, che avrebbero dovuto da tempo preservare.
Ispirandosi ai Monument Men [i cacciatori di opere d’arte] della II guerra mondiale], alcune organizzazioni come il Comitato del Blue Shield [scudo blu] sono stati instancabili nel cercare di preservare l’eredità culturale durante i recenti conflitti in Iraq, Siria, Mali. Ma Israele non mostra alcuna intenzione di fare lo stesso. I palestinesi sono messi di fronte a scene di devastazione che si trovano solo sui libri di storia.
Appello urgente
Non è solo Gaza che sta perdendo la sua anima. La coscienza europea sarà segnata per sempre se non si prendono misure per portare i governi più potenti a chiedere un cessate-il-fuoco. Già si vedono le crepe nella leadership morale e politica dell’Europa. Le proteste per avere un cessate-il-fuoco a Gaza crescono di giorno in giorno, e si allarga il divario tra i popoli e i loro rappresentanti, persino tra i rappresentanti ufficiali. Tutto ciò, nell’anno delle tante elezioni, mette in pericolo la nostra democrazia.
In Gran Bretagna il principe William ha fatto un passo senza precedenti, è intervento pubblicamente per dire che “troppe persone sono state uccise” e invocare un impegno perché questo cessi “il più presto possibile”. Israele lo ha bollato come “ingenuo”, ma questa è la leadership che stiamo perdendo come governi europei e americani.
Gli stati del Golfo, visti da tempo come l’unica via possibile per normalizzare la regione insieme con Israele, hanno le chiavi per la pace dell’area, ma adesso sono costretti a osservare il doppio standard del sistema internazionale. Mentre l’UNRWA [agenzia ONU per i soccorsi) è collassata, l’Arabia Saudita … ha dato più di 5mila tonnellate di aiuti e guida la diplomazia dietro le quinte.
A Riyadh, i ministri dell’Autorità Palestinese, Emirati, Qatar, Arabia Saudita, Giordania ed Egitto si sono incontrati per discutere su un riconoscimento irreversibile dello stato palestinese. Ad alcuni incontri hanno partecipato anche rappresentanti di USA, UE, e Gran Bretagna.
….
[Fra gli esponenti delle società civile che sostengono con motivi morali il cessate-il fuoco, l’autore cita il papa, la marcia delle 150 miglia verso Washington e la maggioranza dei gruppi religiosi, inclusi quelli ebrei e gli evangelici. Cita inoltre la Lega Mondiale dei Musulmani e il suo capo Al-Issa che ha chiesto pubblicamente il rilascio degli ostaggi tenuti da Hamas.
Queste autorità morali hanno capito ciò che non è chiaro ai leader politici]:
in questo conflitto che sembra a somma zero siamo tutti destinati a perdere: distruzione di vite umane, opere d’arte e siti storici, aumento dell’odio e disumanizzazione del mondo. I diritti umani e i valori democratici rischiano di essere seppelliti insieme con tanti palestinesi di Gaza.
…..