mensile di Sviluppo Felice e humanfirst.it a cura di Cosimo Perrotta e Gianluca Palma
11-12– chiuso il 29 ottobre 2017 Continua a leggere
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l’articolo 5-6-2017 di Cosimo Perrotta
C’è un punto in cui i due maggiori fattori di crisi sociale nel mondo (inquinamento ambientale e migrazioni) si toccano; ed è un punto dirimente sia per queste due grandi tragedie sia per lo sviluppo mondiale. Si tratta dell’esodo dovuto al collasso dell’agricoltura in molti paesi africani. In quasi tutta l’Africa l’agricoltura è l’attività economica fondamentale, o come percentuale di PIL o come percentuale di occupati. Essa è un’attività fragilissima, e la sua crisi è la causa principale della fame e dell’esodo di molti africani verso l’Europa. Continua a leggere
(Documento da Humafirst.it del 26-01-16) di Giuseppe Spedicato
Per affrontare al meglio l’attuale crisi di convivenza fra le differenti culture che vivono nei nostri territori, in particolare con quella arabo-islamica, dobbiamo scegliere se puntare solo sulla sicurezza, la repressione, la riduzione della nostra libertà o soprattutto sull’educare, attrezzare al meglio la nostra società sul piano culturale. Detto in altre parole scegliamo solo di combattere i sintomi del “male” o cerchiamo anche di eliminare la fonte del “male”. Se scegliamo di percorrere anche la seconda strada, dovremmo puntare sull’educazione interculturale. Questa dovrebbe essere diffusa e praticata. Si dovrebbe, ad esempio, promuovere la conoscenza delle letterature degli altri popoli ad iniziare da quelle dei popoli che vivono nelle nostre città. L’educazione letteraria rappresenta un potente veicolo per educare all’intercultura perché consente di aprire la nostra cultura ed il nostro immaginario alle altre visioni del mondo. Se noi abbiamo tante difficoltà a conoscere e dialogare con l’altro, anche quando vive nella nostra stessa città, è anche perché non conosciamo la letteratura dei popoli che ci vivono accanto. Ovviamente non è sufficiente conoscere gli altri tramite noi, dobbiamo dare a loro stessi l’opportunità di raccontarci di loro. L’Africa, ad esempio, per molti anni è stata conosciuta solo tramite racconti fatti da non africani, non è stata data l’opportunità agli africani di raccontare la loro Africa. Abbiamo così conosciuto solo alcuni aspetti di questo continente e delle sue tante culture.
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by Denise Leung and Lihuan Zhou
Last week, China’s Premier Li Keqiang toured Africa for the first time since he took office in 2013. Li visited Ethiopia, Nigeria, Angola, and Kenya, meeting with numerous heads of state to discuss the developing relationship between China and Africa. He capped off his visit with a pledge for an additional USD$12 billion in credit and funding to boost economic development on the continent. Continua a leggere
Il tema dell’aiuto allo sviluppo ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione, alla ricerca di strade alternative. Il punto centrale del dibattito riguarda l’inefficacia delle grandi campagne di intervento per la lotta alla povertà lanciate negli ultimi anni (ad esempio i Millennium Development Goals delle Nazioni Unite). Ci sono visioni antitetiche sull’aiuto. Da un alto alcuni economisti, come Dambisa Moyo[1] e William Easterly[2], sostengono che i grandi piani di sviluppo sono destinati a fallire e che, per di più, continuano a provocare delle gravi distorsioni nelle economie dei paesi che intendono aiutare. Dall’altro lato c’è chi, come Paul Collier, pensa che sia necessario un nuovo sforzo coordinato per favorire lo sviluppo dei paesi più poveri, sul modello del Piano Marshall del secondo dopoguerra[3]. Continua a leggere
Il re del Marocco Mohamed VI il 18 maggio 2005, annunciando alla nazione il lancio dell’iniziativa nazionale per lo sviluppo umano (INDH), affermò: «Non si tratta né di un progetto puntuale, né di un programma congiunturale di circostanza, ma di un cantiere del regno, aperto in modo permanente». Recentemente ho visitato (non per la prima volta) Casablanca e le province di Khourigba, Fkih-Ben Salah e Beni Mellal, che si trovano nel Centro-Sud del Marocco, ed ho constatato che il re ha mantenuto la sua parola. Continua a leggere