PRESENTAZIONE

Sviluppo felice” è una visione alternativa alla “decrescita felice”. Per i sostenitori della decrescita, il rimedio alla crisi è in sostanza la limitazione dei consumi. Bisogna invece individuare i consumi produttivi, che fanno crescere la ricchezza e che non distruggono l’ambiente. Quindi “sviluppo felice” significa una visione nuova dello sviluppo. Il presunto sviluppo neo-liberista si è basato sulla crescente disuguaglianza dei redditi, la deregulation selvaggia e l’enorme aumento della speculazione parassitaria. Ma nemmeno è sufficiente lo sviluppo keynesiano tradizionale, basato sull’aumento indifferenziato della domanda. Bisogna selezionare i bisogni e gli investimenti; evitare il consumismo dei beni ripetitivi, e aumentare i consumi collettivi, i beni pubblici e i beni comuni; ridurre le disparità di reddito; estendere l’economia non-profit; allargare il Welfare a disoccupati, precari, immigrati, poveri; programmare un nuovo grande “piano Marshall” per i paesi poveri. Dalla crisi non si esce senza una nuova idea di sviluppo.

Il blog Sviluppo Felice si propone di approfondire temi sociali, economici, culturali, istituzionali tramite agili contributi di analisi concernenti il tema dello sviluppo. L’intento è di collocarsi ad un livello intermedio tra la discussione su temi di attualità e il contributo di ricerca. Sono previste anche analisi di approfondimento collegate al blog (i Paper dello Sviluppo). La redazione garantisce la pluralità delle informazioni e il confronto fra le diverse “visioni dello sviluppo”.

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[ENG] Sviluppo felice” (‘happy development’) suggests an alternative view to the ‘happy de-growth’. For the supporters of de-growth, to overcome the crisis we should simply diminish consumption. On the contrary we need to detect the productive consumption, which increases wealth and preserves environment. Whilst the neo-liberal  view of development relies on the increase in income inequality, unbridled deregulation, a huge increase of parasitic speculation. On the other hand also the traditional Keynesian development is unable to cope with the present crisis. It is based on the growth of any kind of demand. We need to select the needs we should encourage and the investments we should promote. We should avoid consumerism and repetitive goods, while increasing collective consumption, public goods, common goods. We also ought to reduce the gap between incomes, enlarge the non-profit economy, extend welfare to the unemployed, precarious workers, immigrants, the poor. We also should implement a new great “Marshall plan” for the poor countries. This crisis will not end unless we have a new idea of development.

The blog “Sviluppo felice” (‘happy development’) treats social, economic, cultural, institutional  issues through short contributions which reflect on development. The approach is in the middle between every-day discussion and research. More detailed analyses (the Paper dello Sviluppo) are also welcome. The editorial staff warrants pluralism in the confrontation of views about development.

12 Risposte to “PRESENTAZIONE”

  1. Redazione 8 ottobre 2012 a 10:25 #

    Un ringraziamento al Mensile di cultura Mediterranea “Mediterranea Online” per l’intervista pubblicata su: http://www.mediterraneaonline.eu/it/09/view.asp?id=3470

  2. Redazione 8 ottobre 2012 a 10:27 #

    Ringraziamo Futura Tv per aver dedicato un articolo al nostro Blog: http://www.futuratv.it/territorio/8931-sviluppo-felice-nasce-un-blog-di-analisi-e-confronto.html

  3. Redazione 16 ottobre 2012 a 09:12 #

    Ringraziamo la segreteria del Premio Sele d’oro Mezzogiorno: http://goo.gl/rw8VR.

  4. fabrizio antolini 13 dicembre 2012 a 09:37 #

    Mi sembra molto utile ed importante come iniziativa. Vorrei sapere come posso inviare un mio contributo
    Fabrizio antolini

    • Redazione 13 dicembre 2012 a 12:04 #

      Gentile professore, le abbiamo inviato una mail. Grazie

  5. Giordano Mancini 24 gennaio 2013 a 09:10 #

    Buongiorno a tutti,
    fa piacere vedere la nascita di nuove iniziative come la vostra, che a mio avviso vanno nella giusta direzione. Non capisco però la contrapposizione con il Movimento per la Decrescita Felice del quale faccio parte. Basta leggere gli articoli nel nostro sito istituzionale per scoprire che non siamo contro i consumi, ma semmai contro il consumismo. Cerchiamo tecnologie, modalità e stili di vita per poter avere ancora in futuro gli stessi beni cui siamo oramai abituati, ma utilizzando meno merce. Esempio concreto: come saprete gran parte degli edifici italiani sono in classe G, significa che consumano almeno 20 litri di gasolio o 20 metri cubi di metano per metro quadro per inverno per riscaldare gli ambienti. Dato che la peggior casa tedesca è in classe C e consuma 7 litri/m.cubi per m.quadro per inverno, ne abbiamo di strada da fare! Se le nostre case fossero come quelle tedesche il PIL legato ai consumi di petrolio e metano crollerebbero, ma noi staremmo tutti meglio, sempre al caldo, ma con molto meno inquinamento e meno spese. Lo scorso maggio 2012 abbiamo pubblicato un manifesto/appello, firmato da una cinquantina di imprenditori, e poi da tanti altri, dove abbiamo indicato proposte e numeri chiari. Abbiamo suggerito di utilizzare gli 8,2 mld di euro che si vogliono spendere per il tunnel del TAV per finanziare invece il progetto del professor Manna dell’Enea che, con la stessa cifra, propone di ristrutturare per sicurezza ed efficientamento energetico 15000 scuole ed edifici pubblici in tutta Italia. Perchè? Facendo il tunnel si crea un opera energivora, da realizzare a debito, si fa lavorare una sola impresa e qualche decina di subappaltatori e, secondo i dati del ministero, si creerebbero appena 6000 nuovi posti di lavoro, fra diretti ed indiretti. Col progetto di Manna si farebbero lavorare almeno 10.000 piccole imprese ed artigiani ed almeno 150.000 persone! Calerebbero le emissioni di CO2, gli studenti e gli insegnati starebbero meglio e in meno di 10 anni si recupererebbero i miliardi spesi grazie al risparmio sulla bolletta energetica. Mi scuso per la lunghezza, ma ho preferito fare un esempio concreto per spiegare. Sul nostro sito si trovano proposte simili per ogni settore merceologico e per quasi ogni ambito, perfino arte, salute, ecc.
    MDF associa numerose aziende che hanno compreso che ci sono grandi spazi di sviluppo solo per quelle imprese che tengono conto di tutti i “vincoli” ed operano nella giusta direzione. Nella vostra presentazione, cui sto rispondendo, mi sembra che teniate conto solo dei vincoli (problemi e aspettative) di carattere economico e sociale. Questi noi li condividiamo, ma occorre considerare anche i vincoli dovuti alle emergenze ambientali (non possiamo più inquinare), a quelle finanziarie (non possiamo comunque fare altri debiti, anche se per cose giuste), a quelle dei picchi di scarsità (acqua e petrolio in particolare sono sempre più rari e non si possono sprecare più).
    Noi con le imprese che fanno fatica ad accettare il termine “decrescita”, parliamo di “crescita selettiva”, ma siamo coscienti di non essere all’interno di una grande crisi che comunque prima o poi passerà, ma all’interno di un cambiamento epocale dove ogni nodo possibile è arrivato al pettine assieme agli altri, dimostrando che il nostro modello di sviluppo è sbagliato e non regge più. Quindi non si tratta di individuare il modo di uscire dalla crisi, ma di come gestire complessivamente il cambiamento, modificando anche il nostro immaginario ed i paradigmi di eccellenza.
    Quindi vi faccio i migliori auguri per la vostra iniziativa che, anche se affronta solo parte del problema, è meglio che niente. Però vi chiedo di non scrivere più cose inesatte sul nostro movimento. Grazie.
    Un cordiale saluto e di nuovo buona fortuna!
    Giordano Mancini
    Direttivo Nazionale MDF

    • Redazione 24 gennaio 2013 a 13:57 #

      Quanto scrive Mancini è largamente condivisibile e le azioni citate sono encomiabili. Invitiamo lui e altri del suo Movimento a proporci dei post su alcuni di questi casi significativi. C’è solo un equivoco: noi non ci riferiamo al suo movimento né ad altre organizzazioni. Nella Presentazione critichiamo l’idea originaria espressa da Latouche col termine ‘decrescita’, diventato in Italia ‘decrescita felice’. Che poi col tempo questa idea sia maturata, diventando talvolta una cosa del tutto diversa (addirittura una “crescita selettiva”), non può che farci felici. La Redazione.

  6. Luca Salvi 26 gennaio 2013 a 12:17 #

    Confermo in pieno quanto scrive l’amico Giordano Mancini, poichè anche io faccio parte del Movimento per la Decrescita Felice. Il Movimento per la Decrescita Felice di fatto non ha alcun rapporto diretto con Serge Latouche ma ha sviluppato un suo percorso autonomo, in gran parte per merito di Maurizio Pallante ma anche di tutti coloro che si riconoscono nel paradigma culturale della DECRESCITA FELICE. Il contributo culturale peculiare del MDF consiste nella fondamentale distinzione fra BENI e MERCI, una distinzione che nessun altro fa in termini così precisi: BENE è tutto ciò che risponde ad un bisogno o soddisfa un desiderio senza essere inutile o nocivo, per l’uomo o per l’ambiente. MERCE è semplicemente tutto ciò che viene scambiato e venduto con il denaro, indipendentemente dalla sua utilità o necessità e anche nocività. Certamente noi siamo per una CRESCITA SELETTIVA della produzione e dell’utilizzo di BENI che non sono MERCI e siamo per una DECRESCITA SELETTIVA della produzione e del consumo di MERCI che non siano BENI. Ci contrapponiamo al paradigma culturale della CRESCITA e per questo usiamo con convinzione il termine DECRESCITA. Siamo critici anche con il termine SVILUPPO perchè, purtroppo, è diventato erroneamente sinonimo di CRESCITA. Comunque, a parte queste distinzioni e precisazioni, parlare di SVILUPPO FELICE O SOSTENIBILE è già un passo avanti, quindi encomiabile. Speriamo che nel tempo anhe la vostra idea maturi fino a portarvi a parlare non solo di SVILUPPO FELICE ma di DECRESCITA FELICE che è l’unica via per uscire dal paradigma culturale della crescita, superare l’attuale crisi finanziaria-economica-politica-sociale-culturale-ambientale e creare MILIONI DI NUOVI POSTI DI LAVORO IN OCCUPAZIONI UTILI, OVVERO FINALIZZATE A RIDURRE GLI SPRECHI, come dimostra l’esempio citato da Giordano Mancini.

  7. Luca Salvi 27 gennaio 2013 a 17:31 #

    L’altro giorno ho inviato un commento che però non è stato pubblicato. Ci riprovo inviando un contributo specifico del MDF (Movimento per la Decrescita Felice): una proposta di confronto con tutti coloro che sono seriamente interessati a superare la crisi, a creare posti di lavoro utili e a dare un futuro ai giovani attraverso un nuovo paradigma culturale, quello della DECRESCITA FELICE: http://decrescitafelice.it/2012/11/proposta-di-confronto-su-un-progetto-per-superare-la-crisi-creare-unoccupazione-utile-e-dare-un-futuro-ai-giovani/

  8. Luca Salvi 6 febbraio 2013 a 17:43 #

    Una piccola, ironica provocazione rivolta a tutti quegli economisti che non hanno ancora perso la fede nella “crescita infinita”: http://decrescitafelice.it/2013/02/mdf-verona-la-crisi-economica-mette-in-crisi-tutti-ma-non-gli-economisti/

  9. Richard 23 aprile 2013 a 09:10 #

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